L’Identità e la Differenza

Pillole di innovazione con G.

“FINIX Technologies Solutions commercializza in esclusiva per l’italia i prodotti fujitsu.”

Danilo Rivalta, CEO FINIX Technology Solutions

“FINIX Technologies Solutions commercializza in esclusiva per l’italia i prodotti fujitsu.”

Danilo Rivalta, CEO FINIX Technology Solutions

N.B.: questo incipit del nostro CEO è uguale al precedente. È un Altro, eppure è lo Stesso. Ma perché non si pensi ad un mero errore di stampa si è dovuto inserire questa avvertenza che manca nel primo incipit. Per fare del secondo incipit lo Stesso, esso deve essere Altro.

Identità e non contraddizione

Il principio di identità ha una lunga storia nel pensiero occidentale. Da esso Aristotele ha derivato il principio di non-contraddizione (A=A, oppure “A≠non-A”), caposaldo della logica e della matematica. E se le cose rimanessero nell’ambito del discorso, oggi diciamo “della logica simbolica“, le cose potrebbero ancora funzionare.

Ma il greco-salernitano Parmenide da Elea (oggi nel comune di Ascea in Campania) decise di applicare concretamente il famoso principio e giunse ad alcune conclusioni stupefacenti: “l’Essere è e non può non essere; il non-Essere non è e non può essere; dunque l’Essere è eterno ed infinito, poiché a delimitarlo nello spazio o nel tempo dovrebbe esserci il non-Essere che però non è. Inoltre l’Essere è immobile perché per muoversi dovrebbe spostarsi nel non-Essere che però non è. Dunque il movimento è una illusione.”

Sull’ immobilità Zenone (discepolo di Parmenide e anche lui di Elea) si fece un nome imperituro in Filosofia con i suoi celebri paradossi. Il più famoso è quello di Achille pié-veloce che per quanto corra rapidamente non raggiungerà mai la tartaruga, perché per coprire la distanza che li separa dovrà prima coprirne la metà e prima ancora la metà della metà e cosi all’infinito. Detta cosi la cosa sembra ridicola, e infatti c’era chi davanti a Zenone semplicemente si alzava, faceva alcuni passi e considerava chiusa la questione. Ma la questione chiusa non lo era, perché Zenone, che anche lui sapeva suppongo camminare, diceva semplicemente che il movimento non si può pensare, ovvero che la logica stringente del principio di non-contraddizione non può rendere conto della realtà concreta, di ciò che accade tutti i giorni davanti ai nostri occhi.

Platone, Aristotele e tutta la scolastica medievale, hanno cercato per secoli una risposta soddisfacente al problema: il problema degli universali, la sostanza e gli attributi di Spinoza, l’associazione delle idee di Hume, molta storia della filosofia può essere letta come parte della stessa questione. Hegel, nella “Scienza della Logica” del 1812, trovò infine un modo interessante di affrontare la questione, mettendo in discussione il principio di non-contraddizione.

L’Essere di Parmenide, immobile eterno e infinito, in fondo è lo stesso che il non-Essere e viceversa, pur essendo altro, dice Hegel, visto che non c’è modo per distinguerli se non scendendo nel concreto. Dalll’unione dei due, che chiamiamo Divenire, possiamo poi logicamente (ma solo logicamente) astrarre Essere e non-Essere. Insomma, è la concreta realtà a non ammettere il principio di non-contraddizione di Aristotele. Come già diceva Eraclito, nulla è, tutto diviene, solo il cambiamento continuo è garanzia di concretezza.

Lo Stesso e l’Altro

Torniamo ora al principio di identità. Come può l’identità avere senso nell’eracliteo flusso continuo? La risposta di Hegel è che la nozione del permanere, dell’idem (lo Stesso in latino) è indissolubilmente ed inevitabilmente legata a quella di cambiamento in altro. Siamo noi a dover accettare questa contraddittorietà del Reale. Dopotutto, perché di una cosa si possa dire che “è cambiata” occorre che si tratti della stessa cosa: senza uno Stesso che permane non si può parlare di cambiamento in Altro. Senza contare poi che se tutto diviene allora è proprio il cambiamento a restare eternamente lo Stesso.

FINIX E Fujitsu Italia: Identità e Differenza

Chi conosce FINIX Technology Solutions sa che essa nasce come Fujitsu Italia, filiale locale della multinazionale giapponese. Oggi è una azienda indipendente, ha un altro nome ma ha la stessa Partita IVA, cioè è la stessa azienda. Decide autonomamente la propria offerta, ma i prodotti Fujitsu in Italia ci sono solo grazie a FINIX, suo distributore esclusivo, come dice anche il nuovo logo aziendale.
…Insomma, è Altro rispetto a Fujitsu Italia, eppure è lo Stesso.

Mi rendo conto che a prima vista è una risposta strana. Ma chiedo un po’ di indulgenza a coloro (clienti, partner, dipendenti, fornitori) che legittimamente vorrebbero qualcosa di definitivo sull’argomento. Dopotutto, da 2.500 anni, le migliori menti dell’umanità si sforzano di chiarire il ginepraio dei concetti di cambiamento, identità, permanenza e differenza.

E lasciatemi aggiungere che per aiutarci a trovare la risposta adeguata il modo migliore è quello di continuare a lavorare con noi, in collaborazione e magari perchè no in contrapposizione, nella pratica quotidiana del nostro business.
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L’appuntamento del Il Giovedì con G. non finisce qui, ma intanto vi lasciamo tutti i capitoli e le riflessioni del nostro G. esperto di Innovazione. Un filosofo con il pallino per il mondo tech e per rendere le cose complesse, finalmente semplici.

Dalla Rubrica: Il Giovedì con G.