Si può fare Filosofia con la Tecnologia?

“Io sono un essere che pensa, che dubita, che nega, che conosce solo poche cose, che ne ignora molte, che odia, che vuole e che non vuole, che immagina, che ama e che sente. E che pur sapendo che tutte queste cose potrebbero anche non esistere, sa invece che esistono tutte dentro il suo cervello.”

René Descartes, Discorso del metodo

La Filosofia: quante domande!

Non c’è nulla di peggio per la Filosofia che un corso di Filosofia. Diversamente da qualunque altra disciplina, la Filosofia non si può studiare, non si può leggere, dubito addirittura che si possa “capire” come si capisce un ragionamento matematico o un sillogismo. Ora, poiché invece al liceo è cosi che ci è stata insegnata, è normale che alle soglie dell’Università quasi tutti siano convinti che la Filosofia sia un gran discutere di questioni senza senso, senza soluzione, e fondamentalmente inutile.

Prendiamo per esempio il dibattito materialismo vs. dualismo. C’è qualcosa oltre la realtà sensibile? Si può spiegare, ridurre, interpretare l’interezza dei fenomeni mentali riconducendola semplicemente al movimento interno del corpo? Oppure esiste realmente una seconda sostanza, come diceva Cartesio, una “res cogitans” sede della mente e dell’anima?

Queste domande, poste in questo modo, non sono Filosofia, o almeno non sono Filosofia fatta in modo serio. Eppure un po’ per sentito dire un po’ ripeto per errate reminiscenze liceali è cosi che la stragrande maggioranza di noi le ricorda. Quello che è sorprendente è ritrovare questa impostazione, per di più in termini invertiti, per esempio nell’informatica. Se è difficile negare che la nostra epoca sia culturalmente materialistica, è altrettanto facile dimostrare che il mondo informatico valorizza molto più il software, il programma logico, rispetto all’hardware, definito con spregio “pezzo di ferro”.

Il fanatismo culturale nel linguaggio IT

Direi quasi che ci sia una specie di fanatismo culturale nel linguaggio IT di tutti i giorni, dove il software è nobilitato oltre misura rispetto alla componentistica fisica, quella che si può “toccare con mano”. Eppure in senso stretto il pezzo di ferro non esiste. Se scendiamo nei recessi di un dispositivo elettronico, è difficile dire dove finisca il software e dove inizi l’hardware. Anzi, si potrebbe con altrettanto vigore affermare che senza hardware il software non ci sarebbe, visto che per scrivere un programma ho pur bisogno di almeno un computer e dunque di componentistica fisica.

Ed è così che, in una suddivisione di mercato e di prodotto, troviamo materia per applicare ed utilizzare quelle categorie di Realtà, di Esistenza, di Sopravvenienza di un ambito su un altro che sono il pane quotidiano della Filosofia, ben prima che iniziasse il dibattito targato Intelligenza Artificiale della mente come software e del cervello come hardware.

Per esempio, come interpretare il fatto che il software possa funzionare su hardware di tipo differente, che qualunque programma informatico potrebbe girare su una macchina analogica, anche se con tempi molto più lunghi? Oppure che già oggi esistono computer quantici, dove sarà ancora più difficile definire un confine adeguato tra software e hardware? Non c’è forse spunto qui per riaprire la discussione che già Cartesio e il suo celebre dualismo propugnava? Ancora una volta però sono costretto a ricordarmi che questo è un semplice blog che non può affrontare degnamente la questione, e devo ancora una volta utilizzare la formula di rito “non c’è spazio in questo scritto per approfondire il dibattito”.

FINIX Technology Solutions, la ghiandola pineale tra hardware e software

Posso però dire quello che noi di Finix Technology Solutions, fiera discendente di Fujitsu Italia (cioè di un fornitore del miglior hardware oggi disponibile sul mercato), pensiamo sull’argomento. Per noi l’hardware, che siano server o workstation, non sono prodotti di seconda categoria, non è semplice “ferro”, cosi come non è l’alfa e l’omega dell’informatica. Semplicemente, e allo stesso titolo del software-macchina o applicativi che vendiamo, viviamo entrambi – sopravvengono, direbbe un filosofo analitico – sotto la comune etichetta di Servizio, come lo abbiamo definito in un post precedente.

L’appuntamento del Il Giovedì con G. continua… Seguiteci per scoprire il prossimo argomento!

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G. è il nostro esperto di Innovazione. È un filosofo con il pallino per il mondo tech e per rendere le cose complesse, finalmente semplici.

Dalla Rubrica: Il Giovedì con G.